DOMENICO LASCARO

3 Giugno 2017

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MIGLIONICO
Si poteva dare di più

MIGLIONICO. Non che avessi voglia di canticchiare i versi di una nota canzone di Morandi e Ruggeri; al contrario, voglio solo esternare il mio disappunto per l’ipotesi di riforma elettorale che si sta discutendo in queste ore. Dopo mesi di discussioni non approdate a nulla, è bastato un colpo di genio dell’ex Cavaliere per convincere l’80% delle forze politiche ad accettare un modello elettorale simile al sistema tedesco.

Si tratta solo di un’imitazione al ribasso che prevede, sì lo sbarramento al 5%, ma rimane pur sempre un impianto proporzionale che tanti guai ha prodotto nel nostro Paese. Di certo non potrà garantire una stabilità di governo che duri l’intera legislatura. Nel momento attuale, caratterizzato da instabilità economica, insicurezze sociali, mancanza di lavoro, ondate migratorie e minacce di terrorismo, occorrono più che mai responsabilità condivise, uniformità di azioni e misure efficaci.

Senza tema di smentite, si può senz’altro affermare che la montagna, questa volta, rischia di partorire il solito topolino, anzi un “topolone”; comunque trattasi pur sempre di sorci. Così facendo, non solo non usciremo dal pantano, rischiamo anzi di precipitare sempre più nelle sabbie mobili. Che tipo di governo potrebbe uscire dalle urne con un sistema partitico tripolare, o addirittura penta polare, in cui ognuno, senza aver nulla in comune, aspira a conquistare uno scanno, purchessia, in Parlamento?

Impensabile che, in queste condizioni, un solo partito possa raggiungere un livello di consensi sufficiente a governare da solo, sarà gioco-forza cercare alleati in altre forze politiche con le quali, in campagna elettorale, si è disputata una battaglia senza esclusione di colpi. Non ci vuole molto a capire che, dopo il voto, qualunque tipo di alleanza sarebbe difficile o, a dir poco, innaturale. Le conseguenze sarebbero la temuta instabilità e il ricorso continuo a nuove elezioni.

Dopo un lungo periodo di tentativi andati a vuoto, com’è stato possibile trovare un accordo in meno di una settimana? In primo luogo è prevalsa la fregola di andare a elezioni anticipate da parte di molti. Secondo, resosi conto che i sondaggi non davano speranza di migliorare le singole posizioni (ferme al massimo al 30% per alcuni), bisognava dare una risposta alle richieste dei cittadini di una legge purchessia, pur di uscire dall’immobilismo.

Ecco che, strano a dirsi, non appena Berlusconi ha estratto dal cilindro il modello tedesco, quasi tutti l’hanno preso al volo. A lui è apparso come un’ancora di salvezza per tornare al centro del gioco politico. Il Pd è stato costretto a rinunciare al maggioritario, pur di non apparire immobile agli occhi degli elettori; i Cinquestelle l’hanno volentieri accettato, nella speranza di affermarsi come primo partito e dare le carte da una posizione prevalente. In ogni caso in questa complicata vicenda ha prevalso la cecità assoluta, a scapito dell’interesse collettivo.

Il Pd, secondo il mio parere, pur avendo cercato responsabilmente soluzioni condivise e alternative al suo progetto iniziale, ha sbagliato metodo. Anziché incontrarsi separatamente con le altre forze politiche, avrebbe dovuto confrontarsi con tutti intorno ad uno stesso tavolo, anche in diretta streaming, e cercare insieme soluzioni più confacenti alle necessità del Paese. I Grillini, da parte loro, hanno perso una buona occasione per dimostrare, finalmente, di avere a cuore le sorti del Paese.

Senza nascondere la mia preferenza per l’Italicum, una soluzione accettabile per tutti potrebbe essere la seguente: sbarramento al 3-4%; premio di maggioranza al partito che superi il 40% dei consensi; stesso premio ai primi due raggruppamenti che decidano di allearsi dopo il voto, purché l’abbiano concordato prima. Purtroppo, allo stato attuale la situazione sembra immutata. Non rimane che fidare nella capacità degli Italiani di scegliere nel modo migliore.

Non mi rimane che fare qualche considerazione finale. Dato il momento difficile che stiamo attraversando, sarebbe auspicabile che tutti i contendenti facessero un atto di coraggio che definirei “coraggio dell’umiltà”. Per prima cosa rinunciare tutti alla voglia di precipitarsi alle urne, senza aver portato a termine le riforme già messe in campo dal Parlamento. Lasciare al Governo il tempo necessario per predisporre la legge di bilancio, mentre cominciano a intravedersi segnali di ripresa economica.

Un atto di coraggio estremo me lo aspetterei inoltre dal segretario Renzi. Sono un renziano della prima ora ma, considerate le difficoltà del momento, gli suggerirei di fare un gesto, a dir poco, di portata storica: rinunci, almeno per ora, a candidarsi come Premier e favorisca la candidatura di Gentiloni, che di certo avrebbe il consenso di milioni di Italiani; si dedichi interamente a riorganizzare il partito su basi autenticamente democratiche, e attenda pazientemente il prossimo turno elettorale. Sarebbe un bene per l’Italia, per se stesso e per il Partito Democratico. Tutto questo, però, potrebbe non bastare. Servirebbe da parte sua un altro gesto di umiltà. Ripensare una strategia politica lungimirante, capace di apportare benefici al Pd e a tutto il Centrosinistra.

E’ noto che Giuliano Pisapia sta lavorando a un progetto molto interessante: riunire sotto un unico “campo progressista” la Sinistra più moderata, i Riformisti di centro, i Democratici Liberali, gli autentici spiriti socialisti e repubblicani, i delusi da Renzi e da Berlusconi; insomma chi non voterebbe mai né i 5Stelle, né il partito dell’ex Premier. E’ un’ipotesi molto concreta e fattibile. Avrebbe bisogno però oltre che del rispetto di Renzi, anche di una sua apertura di credito, di un suo sostegno ideale, in vista di una possibile alleanza di governo, preventivamente concordata e nel rispetto delle reciproche autonomie.

Se le condizioni sono queste e gli obiettivi chiari a tutti, il neo “Pisacron” potrebbe farcela anche in poco tempo a raggiungere il 15-20% per governare insieme al 30/35 del Pd. Sarà utopia la mia? Talvolta un pizzico di follia in politica non guasta.
Miglionico 3.06.2017
Domenico Lascaro (
d.lascaro@libero.it)

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