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Giacomo Amati

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GIACOMO AMATI

16 Gennaio 2014
MIGLIONICO
Romanzo di S. Barrocu "Kurrem, la rosa dell'harem
di Giacomo Amati

MIGLIONICO. Una donna, Kurrem e un sultano, Solimano detto il Magnifico. Sono loro i protagonisti di primo piano del romanzo, a carattere storico, intitolato, “Kurrem, la rosa dell’harem”, di Salvatore Barrocu, ed. “Amico Libro”, di Giuseppe Bellone, Montescaglioso, pubblicato nel gennaio 2014. Il libro, che è strutturato in 32 capitoli, per complessive 133 pagine, racconta la storia di Rossellana, più nota come Kurrem, che, rapita dai Tartari, fu venduta come schiava e “regalata” al sultano Solimano, padrone assoluto dell’Impero Ottomano, cioè dello Stato turco mussulmano. Il romanzo narra l’appassionante storia d’amore tra una concubina ottomana, divenuta, poi, moglie del Sultano: una vicenda entusiasmante, che si legge d’un fiato. Lo scrittore sardo Barrocu la inquadra nel periodo storico compreso tra il 1500 e il 1560, l’epoca storica in cui, Solimano, che seppe conquistarsi l’appellativo di Magnifico, non solo per le sue doti di conquistatore di tante terre e di grande condottiere in molteplici guerre, ma anche per le sue doti di legislatore e di poeta, portò il suo vasto impero al massimo splendore, sotto il profilo della potenza militare. La relazione d’amore tra i due protagonisti del romanzo cominciò quando Kurrem aveva appena 15 anni. Il Libro è stato presentato nell’auditorium del castello del “Malconsiglio”, a cura della professoressa Margherita Lopergolo, in collaborazione con la dottoressa Rosa Fioriniello, l’ins. Anna Manzara, il poeta Emanuele Canterino, il musicista Teo Comanda e la poetessa miglionichese Nunzia Dimarsico. Quest’ultima, nel commentarne la prefazione, ha sottolineato che il romanzo “descrive la storia di una piccola donna che, da schiava, divenne la donna più potente dell’Impero Ottomano. Se, per raggiungere il suo scopo, usò l’inganno, il tradimento, l’intrigo, non giudichiamola male. Il tempo in cui viveva era ricco di inganni, tradimenti, intrighi e lei fu figlia perfetta di un tempo imperfetto”. Come va vista, allora, Kurrem? Per quella che mostrò di essere: splendidamente bella nella sua fisicità, ma tanto brutta nell’anima, anzi sen’anima nella sua vita interiore. Come riuscì a sedurre il sultano Solimano? “Facendo leva - ha spiegato la professoressa Lopergolo - sulle sue doti di seduzione (fascino e femminilità) e d’intelligenza”. Poi, la relatrice, nel tratteggiare, a grandi linee, le principali vicende storiche dell’epoca, ha messo in luce un mondo, quello ottomano,  ovviamente, visto in un periodo storico limitato nel tempo, “caratterizzato da tante miserie umane, privo dei valori della giustizia, della libertà e della democrazia”. La dottoressa Fioriniello, infine, s’è soffermata a tratteggiare il ruolo della donna: prima, ha evidenziato quello particolare di Karrem, abile a stregare Solimano, ritenuto quasi una divinità, con la sua arte amatoria. Una personalità, quella di Kurrem, caratterizzata da “un’avarizia insaziabile di potere, fino al punto da arrivare a distruggere se stessa”; quindi, ha illustrato il ruolo della donna d’oggi, “vista come soggetto di diritti, capace, nel corso degli anni, di emanciparsi e di diventare, sempre più protagonista in positivo della nostra società”. La serata è stata impreziosita dall’esibizione di due ballerine dell’associazione “Malika” di Altamura, Grazia e Porfida, che hanno eseguito alcuni balli tipici della civiltà mussulmana. Giacomo Amati

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