Giacomo Amati

GIACOMO AMATI

7.10.2016

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MIGLIONICO
Prime donne italiane arruolate in un sommergibile

MIGLIONICO. Le prime donne militari italiane arruolate in un sommergibile: sono Erika Benemerito (sottotenente di vascello, 26 anni, di Napoli), Elena Varagnolo (sottotenente di vascello, 25 anni, di Chioggia- Venezia),Domenica Ruggiero (radarista, 27 anni, di Bari), Valeria Fedele (sottocapo elettricista, 26 anni, di Brindisi), Iole Boccia (sottotenente di vascello, ingegnere navale, 28 anni, di Napoli). A loro stanno per aggiungersi due aspiranti sommergibiliste in procinto di concludere il corso di studi trimestrale: si tratta di Martina Petrucci (24 anni, di Camaiore-Lucca) e di Francesca De Filippis (23 anni, di Lecce). Sono loro le prime donne “sommergibiliste della Marina militare italiana. Attualmente, sono in servizio nella base dell’Arsenale di Taranto”, scrive Carlo Vulpio sul Corriere della Sera (giovedì 6 ottobre 2016). “Non ci sono incompatibilità tra questo lavoro e l’essere donna. E’ una scelta di vita. Come gli altri, anche noi siamo prima di tutto militari. Tutte, e si vede, vengono dall’Accademia o dalla Scuola della Marina. Tutte, e si vede anche questo, hanno prima frequentato buone scuole superiori: liceo classico, scientifico, linguistico, biologico e, solo in un caso, la Petrucci, il prestigioso istituto nautico di Viareggio. E tutte, infine, sono consapevoli che nella Marina, il sommergibile è un’eccellenza”. Test fisici e psicologici prima di essere avviate al corso di tre mesi con esame finale non hanno scoraggiato nessuna di queste ragazze. “Non si sono trovate in imbarazzonemmeno quando hanno dovuto condividere cucina, docce e brande a bordo del sottomarino, in spazi angusti e per missioni che durano almeno un mese. L’unica vera regola quando si hanno esigenze diverse – dicono – è il buon senso. Un esempio è la doccia: ognuno di noi, maschi e femmine, ci va vestito, non in accappatoio”. Ma perché il sottomarino? “Le motivazioni sono le più diverse: il mistero degli abissi; la sfida di governare un mezzovisto nei film o incontrato nei libri di Jules Verne; ma anche l’idea molto concreta di avere un lavoro, in cui però c’è spazio per l’avventura e per la solidarietà (quanti naufragi di disperati evitati grazie al pattugliamento dei sottomarini). E perché no, anche per poter dire: cari uomini, possiamo farlo anche noi”. Giacomo Amati

Created by Antonio Labriola - 10 Luglio 1999 - Via Francesco Conte, 9  -  75100 Matera - Tel. 0835 310375