GIACOMO AMATI

29 NOVEMBRE 2018

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Veleni in Val Basento

 

MIGLIONICO. “Sostanze inquinanti oltre i parametri. Veleni in Valbasento. Contaminata la falda acquifera. Urge una bonifica”. “Cloruro di vinile, triclorometano e, in generale, un vero e proprio cocktail di veleni, molti dei quali sono risultati superiori ai limiti di legge: sono alcune delle sostanze tuttora presenti nella falda acquifera del Sin (Sito di interesse nazionale della Val Basento, segnatamente nella zona cosiddetta “diaframmata” dell’area industriale di Ferrandina, stando ai risultati delle analisi effettuate nel primo semestre del 2018 dalla Syndial, la società ambientale del gruppo Eni che opera nel campo del risanamento ambientale di siti petrolchimici e minerari dismessi, contaminati da precedenti attività produttive e che, appunto, gestisce l’area “diaframmata” di Ferrandina”. “Il documento che attesta i superamenti delle “Csc” (Concentrazioni soglie di contaminazione) – scrive Piero Miolla su La Gazzetta di Basilicata del 29 novembre 2018 – è stato veicolato dal segretario dei radicali lucani, Maurizio Bolognetti”. Il Sin (Sito di interesse nazionale) della Valbasento (è stato individuato dall’articolo 14 della legge n.179/2002) ha un perimetro che comprende i Comuni di Matera, Miglionico, Grottole, Pomarico, Ferrandina, Salandra e Pisticci. Il sito occupa una superficie di circa 34 ettari. Nelle aree da bonificare ci sono vari agenti cancerogeni. Una vera e propria “bomba ecologica è rappresentata dalle polveri della Materit, la fabbrica che produceva manufatti in cemento-amianto. Nell’opificio sono presenti 800 sacchi di polvere bianca, alcuni dei quali aperti ed altri, invece, lacerati”.

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