MATERA
Semi della fede
 

MATERA. Sono giunti al termine i lavori di selezione degli elaborati del XII Concorso nazionale indetto dal Serra Italia a cui hanno partecipato numerosi ragazzi della provincia di Matera (delle Diocesi di Matera Irsina e di Tricarico del Club di Matera).
Gli studenti della scuola primaria e secondaria di I grado si sono cimentati nella riflessione sul dono-perdono: “E'più bello dare che ricevere,perdonare che essere perdonato. Riporta una tua esperienza personale che possa servire d'esempio agli altri”.
Mentre, i ragazzi della scuola secondaria di II grado si sono impegnati in un'altra prova:
“Dare un pezzo di pane è più che fare un discorso(Simon Weil). Facciamo nostro quest'invito e proviamo a modificare l'asse di rotazione della nostra realtà umana e morale collocando l'altro al posto dell'io o il diverso al posto del simile”.
Ho avuto il privilegio di lavorare ad uno dei tavoli di lavoro sull'evangelizzazione composto da un team di professionisti nei vari ambiti del sapere. Una bellissima esperienza e una vera gioia sentire che abbiamo bisogno gli uni degli altri, che abbiamo una responsabilità verso gli altri e verso il mondo,ovvero la responsabilità di annunciare il messaggio di Gesù ,perché la fonte della nostra gioia sta nel desiderio inesauribile di offrire misericordia,frutto dell'esperienza dell'infinita misericordia del Padre e la sua forza diffusiva. La gioia il cristiano la rinnova e la attualizza con una chiamata di Gesù : “Andate e annunciate”.
In una società dove conta solo ciò che serve a breve termine, l'educazione e l'istruzione sono ormai beni irrilevanti. La scuola pubblica ,che è lo spazio fondamentale in cui tali beni prendono formano,e che non può sopravvivere se non sa guardare oltre né praticare valori duraturi, è (e ) di conseguenza abbandonata,incompresa, diventa terreno di politiche sempre subalterne ad altri obiettivi. Eppure è un mondo animato da passioni,frustrazioni,speranze,delusioni,lotte,rinunce di adulti,bambini e adolescenti
( di ) un'umanità straordinaria .La stessa che è emersa dai lavori presentati al nostro concorso .
Certo i giovani vivono e subiscono le mode, i richiami del conformismo, ma avvertono che tutto ciò non basta,non li riempie, non li soddisfa. Resta un desiderio, una curiosità e percepiscono il valore delle cose più autentiche e durature. In una parola , giovani in crisi di fiducia verso se stessi,gli altri, il mondo. E) Chi può prendere in mano questa crisi di fiducia?. I genitori molte volte sono figure sbiadite di adulti che si rifugiano nell'assoluzione dei comportamenti dei propri figli per nascondere il proprio smarrimento educativo ; non certo la politica che, mai come ora, appare come un'entità incomprensibile . Allora la scuola mi sembra un meraviglioso serbatoio di nuove energie e nuove speranze di un cambiamento possibile.( E)
La fiducia è inseparabile dalla credibilità della persona che ti è di fronte.( E) i giovani cercano disperatamente adulti in cui avere fiducia perché (la fiducia) è la risorsa che ti permette di guardare al futuro,di liberare energie positive e creative. (Ed )Ecco ,allora,la necessità di uscire dalle chiese e dalle parrocchie per andare a cercare le persone là dove vivono,dove soffrono,dove sperano. Una chiesa che , come ci hanno insegnato i ragazzi con i loro elaborati, riscaldi il cuore delle persone con la vicinanza e la prossimità. I ragazzi ci hanno mostrato un'umanità che porta ferite profonde.( E )Non ci sono solo le malattie sociali e le persone ferite dalla povertà ,dall'esclusione sociale, dalle tante schiavitù del terzo millennio ,ma anche il relativismo che ferisce tanto le persone: tutto sembra uguale,tutto sembra lo stesso. Questa umanità ,ben delineata dai concorrenti,sembra avere assoluto bisogno di misericordia: poter credere nella possibilità di riscatto, una mano che ti rialza, un abbraccio che ti salva, ti perdona,ti risolleva,ti inonda di un amore infinito, paziente ,indulgente. I Ragazzi vanno sorprendentemente oltre tutto ciò: il Signore perdona, ma è importante mettere se stessi di fronte a un sacerdote che impersona Gesù, chiamato a dispensare la misericordia di Dio e la grazia che li raggiunge e li guarisce rendendoli pronti per andare per le vie del mondo. Bisogna entrare nel buio, nella notte che attraversano tanti nostri fratelli e cercare di raggiungere tutti testimoniando la misericordia evitando l'atteggiamento di chi critica e condanna . I nostri giovani ci ricordano che il nostro Dio fa più festa per un peccatore che torna all'ovile che per i giusti che non hanno bisogno di conversione.
Il faro che deve guidarci in questo cammino è per i ragazzi il Vangelo,le parabole,che possono rendere attuabile l'Alleanza tra scuola famiglia e società .L'esortazione di Paolo ai Colossesi ci giunge carica del peso di venti secoli durante i quali la promessa del Vangelo è stata mantenuta dalla fedeltà di Dio?:
“Restate fondati e saldi nella fede e non vi lasciate allontanare dalla speranza promessa nel Vangelo che avete ascoltato,che è stato annunziato a ogni creatura sotto il cielo”.
Tutto quanto abbiamo detto dimostra che il Vangelo è insieme,un dono e un compito: il dono, infatti, che Dio ha fatto agli uomini,viene ad essi affidato perché ne vivano. Pertanto,il Vangelo chiama a una realtà creatrice. Ogni volta che i cristiani lo prendono sul serio, esso manifesta potenzialità inesauribili. Ilcompito a cui vengono chiamati i cristiani è accettare il “rischio” d'impegnarsi nella prospettiva che il Vangelo ci chiede di dire e fare.
E come 'L'uomo che piantava gli alberi' di Jean Giono, il quale aveva il cuore, l'intelligenza e la dedizione necessarie o( necessari) per salvarli, custodirli e piantato I, così noi continueremo, con ancora più forza e amore,a piantare i semi della fede. Margherita LOPERGOLO

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