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TESI DI LAUREA: MIGLIONICO E IL SUO TERRITORIO

Università degli Studi di Bari - Facoltà di Magistero - Corso di Laurea in  Materie Letterarie - Tesi di laurea in  Geografia
Laureanda: Immacolata Paolicelli
Relatore: Prof. Alessandro K. Vlora
Anno Accademico 1969 - 1970

1. L'ambiente naturale
2. Le caratteristiche antropiche
3. Le risorse

LE CARATTERISTICHE ANTROPICHE:
a. Cenni storici sulla formazione e le variazioni superficiali del territorio comunale

Prof.ssa Immacolata Paolicelli"La fondazione dei primi abituri di Miglionico, anche a non perdersi nella notte oscura dei tempi, può forse risalire verso i primi secoli di Roma e, indubbiamente al periodo aureo della vicina Magna Grecia...L'origine romana di Miglionico e dei rapporti con Metaponto è attestata dalle tombe (a forma di cono, di arco, di cunicolo). dalle armi, dalle monete (quelle di Sibari col toro, quelle di Metaponto con la spiga, di Caulonia con la cerva e quelle di Crotone), dagli oggetti (vasi, lucerne, unguentari, tazze) ritrovati non solo nel perimetro dell'attuale abitato ma per raggi di quasi un chilometro  all'interno. Ora questi ritrovamento sono testimoni muti ma eloquenti e sicuri del tempo e dello spazio in cui nacque e mosse nella vita i  primi passi Miglionico. Secondo la notizia che ci dàTeodoro Ricciardi, storico di Miglionico dell'800, che per la sua dissertazione si avvale di un "antico manoscritto copiato da altro più antico" Miglionico fin dai tempi più remoti della sua fondazione, ha avuto sempre la stessa ubicazione e, più o meno, lo stesso territorio di quello odierno. Era posto alla destra del Bradano a non molta distanza da Metaponto, alla cui regione apparteneva. Veniva, perciò, a trovarsi ai confini della Lucania con la Peucezia, oggi provincia di Bari, della quale faceva parte Matera, e con laTarantina nella quale era compresa l'odierna Montescaglioso, paese posto sulla sinistra del fiume Bradano e limitrofa con Miglionico. Era poi tutto cinto di mura ed antemura intercalate da tre Porte e numerosi torri. Contrariamente ad oggi aveva intorno a sè anche tre borghi, che stanno a dimostrare che in quegli antichissimi tempi, la popolazione di Miglionico, posto il fatto che il paese antico si è arricchito soltanto di pòoche case, era certamente superiore all'odierna. Dal citatoMiglionico: stemma manoscritto, già molto corroso dal tempo, si può leggere così: 'Detta terra nel suo territorio aveva tre ville o borghi, una delle quali si chiamava Milionello (oggi Monticello) quale era, verso il XIV sec. di 150 caselle in circa, vicino al fiume Achirinte ora detto Bradano...L'altra alla cappella di S.Vito, dove si dice li Casaleni, vicino alla difesa di Monte S.Vito...' Del terzo borgo il manoscritto non ci tramanda nè il nome, nè il luogo, anche se ci assicura che i borghi erano tre. Teodoro Ricciardi, comunque, dice:'La terza borgata, benchè non riferitaci pare non aver potuto essere altrove che nella parte Sud-Est, sottoposto all'abitato, nell'oliveto già detto 'Vigna della Corte' ora di Stancarone, nel quale sonosi trovate e più antiche monete, e le antichità già prima riferite'. Nel borgo di Milionello, dunque, il cui sito lo stesso Ricciardi fa risiedere nel luogo dove al suo tempo vi erano le masserie dei signori Grande, Torraca e Dalema, nel XIV sec. al tem dei tre borghi citati di cui, come ho detto, ci restano solo dei reperti archeologici come vasi, monete e oggetti vari, non si rinviene un notevole cambiamento dell'estensione del territorio e nell'ammontare della popolazione, come vedremo in seguito...
Passando ora allo stemma di Miglionico, diciamo che esso ci perviene 'ab immemorabili'  impresso in documenti e pergamene e fors'anco inciso su qualche pietra. Rappresenta un guerriero a cavallo con elmo, corazza e lancia con gli omeri ricoperti da una pelle di leone galoppante verso un bastione turrito. Sulla gamba del cavallo alle volte è impressa una M. In quasi tutte le riproduzioni che la tradizione indiscussa e accettata non solo dai cittadini ma da tutti gli storici svolge e ripete così: Milo, Milone Magnus, Miles, Munuvit, Milionicum, Magnis, Muris (o Moenis). Ora la parola Miglionico, derivante da Milonia o Milialongum o altre simili con identica radice e con identiche lettere di Milone, prova che Milone dette il nome  a Milonia, ora Miglionico...'Il Racioppi lo vuole derivato dalla parola del basso latino 'Mallionicum', che vorrebbe significare officina a sodar panni col congegno rudimentale dei magli. Romualdo Salernitano, a sua volta, dice che derivi da Maloceo capitano greco dell'imperatore Catalaico, vissuto in questi luoghi ai tempi normanni. 'L'Antonini, poi, lo vorrebbe derivato dal 'Melo' primo e rinomato duce di tutte le Apuglie, come dice Protospata, nell'anno 1020'. Secondo Teodoro Ricciardi Miglionico non è che l'antica Milonia dei Sanniti menzionata da Tito Livio nel libro X cap. 34. Il Prof. Nicola Corcia dell'accademia di Archeologia di Napoli (Napoli tip. dell'Università anno 1874) non crede che il nome dato a Miglionico derivi da Milone, fondatore della Città, ma da
'χειρος
' che in greco significa 'miglio donde Milonia' città del miglio e poi Miglionico. Secondo me Milone, pur non avendo fondato Miglionico, ha poi costruito le prime fondazioni e difese...Il paese, quindi preesisteva alle gesta storicamente accertate di Milone. Quindi Miglionico è antichissima...Però il primo documento storico ed autentico lo troviamo solo dopo il 1000 dell'era volgare e, precisamente, nel 1110, quando leggiamo che un tale Alessandro, conte di Andria, fece restaurare ed ampliare l'antichissimo castello...Il 12 dicembre 1504, dopo il patto d'armi di Barletta, la terra e il Castello di Miglionico fu dato, per speciale concessione del Re Ferdinando 1° a Ettore Fieramosca il cui stemma lo troviamo inciso su di un campanile del paese (chiesa Santa Maria delle Grazie).

b. Il centro abitato: origine e sviluppo topografico
Miglionico, per quello che si è appreso  dalla tradizione e per quello che si vede ancora, aveva intorno a sè tre cinta di mura intercalate da numerose torri, tre Porte (Porta Grottole ad est, Porta Pomarico ad Ovest e Porta S.Sofia a Nord) e tre castelli a difesa delle tre Porte. Delle tre cinta di mura la terza è distrutta completamente, la seconda si vede ancora qua e là nei suoi avanzi, la prima resta ancora nella sua massima parte perchè nel 1681 fu restaurata dal Comune...Delle torri poche ne sono rimaste e dei castelli di quello ad ovest non restano che pochi avanzi, quello a nord nel 1429 fu trasformato in un monastero francescano e quello a sud è tutt'ora in piedi, benchè all'interno tutto sia stato trasformato...[poichè] il centro abitato è a forma di croce, ne consegue che le più antiche strade interne si sono ripartite uniformemente ad esso, cioè in cinque strade principali...La situazione del vecchio centro [abitato] non è mutata dal 1866, anno in cui scrive il Ricciardi. Esso appare sempre come un vecchio centro situato sulla sommità di una collina, con le abitazioni che si arroccano intorno a semicerchi degradanti verso la periferia...

f. Caratteri etnici più salienti [della popolazione]
I Milioniani [miglionichesi], in generale, sono docili, religiosi e amanti di feste che vengono celebrate con tutta la pompa possibile. Le feste padronali, infatti, ...si svolgono tra suoni di musica orchestrale, fuochi pirotecnici, un tripudio di colori e di gioia e un buon odorino alla brace...Delle diverse feste campestri che si celebravano a Miglionico...una soltanto ne rimane, cioè quella cosiddetta della Madonna della Porticella la quale si celebra nella seconda domenica di settembre...Esprimere con le parole la gioia della popolazione in quella giornata non è possibile...La cappella è sita su di un colle... dal quale si vedono da una parte i più bei paesaggi della fruttifera Miglionico e dall'altra quelli della olifera Ferrandina...
La maniera di vestire delle donne, fino ai principi dell'800, era tutto un costume greco, come anche nella limitrofa Ferrandina. Tale vestito era formato da una gonnella colore rosso, detta perciò "camicia rossa" con "vantiseno a colore, ed una giacca a maniche corte ornata di galloni.Sulla testa, poi, un panno bislungo con voce greca detta"spargano" che copriva testa, spale e braccia...Il
dialetto, oltre ad essere formato da alcune parole galliche con qualcuna spagnola,...[contiene] ancora molte originarie parole greche, più o meno corrotte, delle quali qui diamo un esempio...: 1) quel già nominato panno bislungo per coprirsi...ed i pannolini dei bambini chiamano "spargano" (dal greco sparganon); 2) nel chiamare il porco dicono"chiro, chiro" da coiros (porco); ...3) i lentischi dicono "stingi" da schinos (lentiscus); 4) invece di "allora" dicono "tann" da tamos (tunc); 5) invece di "piacesse a Dio" dicono "macardij" da "macar" (beato); 6) il dorso dell'animale dicono "cr'ddozz" da "credemnon" già usato per dire il dorso del muro; 7) nell'indossare una cosa nuova dicono "'ng'gnar'" da "egcainozo" (innovo); 8) il "caldaio" dicono "caccaviedd'" da "caccabe"..."

Foto 1032: Miglionico 1970: panorama - Foto 1033: Miglionico 1970: torrente Acquaro: gregge di pecore con pastore - Foto 1034: Miglionico 1970: Piazza Popolo - Foto 1035: Miglionico 1970: Piazza Castello - Foto 1036: Miglionico 1970: Stazione delle Ferrovie Calabro-Lucane -

Created by Antonio Labriola - 10 Luglio 1999 - Via Francesco Conte, 9  -  75100 Matera - Tel. 0835 310375