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 UOMINI E FATTI DI MIGLIONICO MARIA AUGUSTA GALLETTI OCCHIOGROSSO
Biografia

Maria Augusta Galletti è nata ad Ordrovago di Cravagliana (Vercelli) nel 1943 ed è sposata con Giacomo (Mimì) Occhiogrosso (miglionichese) cui ha dato due figlie Elena e Clara. Vive a Borgosesia dove risiede una colonia di miglionichesi.
Sin dagli anni Sessanta, frequenta Miglionico ed è rimasta attratta dalla storia, dalle tradizioni, dal fascino della natura e dalla magia che si sprigiona da ogni vicolo del piccolo centro lucano cui è rimasta legata in tutti questi anni. Nella comunità miglionichese la Galletti non si è mai sentita ospite, ma sua parte integrante.
L'autrice è riuscita, nelle sue opere, a cogliere l'anima e la profonda spiritualità di Miglionico dove, ogni anno, trascorre le vacanze con la sua famiglia. Ha scritto due libri: Orecchini di Ciliegie e Cavallucci di Creta.

1) ORECCHINI DI CILIEGIE
Orecchini di ciliegie di Maria Augusta GallettiOrecchini di ciliegie” è la sua opera prima narrativa: un libro che nasce dai ricordi d’infanzia, quelli del primo dopoguerra, anni in cui il mondo si preparava a cambiare radicalmente.
L’autrice ha saputo ricostruire la memoria di un paesino e di una valle, facendoci riscoprire la primavera quando i valsesiani, al fiorir dei primi ciliegi, ripartivano per riprendere le strade dell’emigrazione. Maria Augusta infatti, ha tratto fonte d'ispirazione dal fratello Eliano che era stato emigrante e poi era tornato al paese natio rivestendo il ruolo di fabbriciere nel piccolo chiesuolo di Ordrovago.
Si tratta di una carrellata di emozioni e di sensazioni in cui l'autrice ha saputo cogliere, anche nelle piccole cose, momenti di colore e di affetto con una descrizione appassionata e precisa: il volume risulta così essere un piacevole diario che, come ha scritto nella sua recensione Marco Valle, "esula dalla ristretta cerchia familiare per entrare, in modo un po' diverso, nelle testimonianze da conservare, quelle che fanno, sia pure indirettamente, la storia della vita di ciascuno".
In questa mia finestra ospito tre dei 49 racconti: sono brani che narrano del mondo del quale l'autrice è stata protagonista e testimone, brani che fanno riemergere tanti ricordi, quelli che ognuno di noi porta dentro. (DAL SITO WEB: http://www.claudiobossi.it/ilmioportale/galletti/galletti.html).
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Gualtiero Bobbio. Inaspettato successo letterario per la scrittrice Maria Augusta Galletti. Un libro per raccontare uno spaccato di storia valsesiana

Arrivato alla terza edizione in pochi mesi, continua a tenere banco nelle librerie della zona. Alla base del successo la descrizione della vita di tutti i giorni che può essere quella di ciascuno di noi.
Un'infilata di ricordi che abbracciano l'arco di tempo della fanciullezza della scrittrice, spezzoni di vita montana tra le frazioni di Ordrovago, Pianaronda, Meula e il grosso borgo di Varallo Sesia. Personaggi che sbucano dagli anfratti della memoria, momenti di una esistenza normale visti con gli occhi di una ragazzina. Maria Augusta Galletti ha scritto una serie di capitoli che possono essere letti anche non di seguito. Forse ha abusato con una certa generosità di termini dialettali che costringono il lettore a frequenti ricorsi al glossario finale distogliendolo dalla trama del racconto. Una pecca che, se presa per singolo capitolo, non risulta tale, ma che nel contesto complessivo dell'opera ne rallenta la lettura.
Un successo inatteso, come dicevamo, perché in fondo si tratta di un “romanzo familiare”, come ognuno di noi si porta dentro, racchiuso nella propria memoria. E' facile riconoscersi nelle vicende della famiglia Galletti, dove cresce Maria Augusta circondata dai teneri affetti di nonne e zie, all'ombra dei due fratelli più grandi e giudiziosamente consapevole di avere qualche anno in più degli altri due.Ma non si accontenta, né si crogiola sulle ali del fresco successo e allora ci racconta dei suoi progetti, come quello di una ricerca di affinità tra la cultura alpina, ovviamente valsesiana, e la cultura contadina lucana, realtà che ha imparato a conoscere e apprezzare frequentando quella lontana regione da cui proviene il marito.
(DAL SITO WEB: http://hi-in.facebook.com/topic.php?uid=78115167939&topic=8592)
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...Nella seconda lezione, svoltasi mercoledì 22 aprile, Pagano ha ricostruito brevemente l'episodio resistenziale della battaglia del Sasso Cardino, avvenuto in val Mastallone nell'ottobre 1944 e contenuto, insieme a molti altri ricordi di vita, nel volume "Orecchini di ciliegie" di Maria Augusta Galletti, che Elisa Astori, collaboratrice dell'Istituto, ha poi presentato dialogando con l'autrice.
Dopo un primo momento di sbandamento conseguente alla conclusione dell'esperienza della "zona libera" e al ritorno dei nazifascisti in Valsesia, il movimento partigiano, forte della presenza di numerosi giovani che nei mesi precedenti ne avevano ingrossato le fila, riuscì a ricompattarsi e a organizzare sabotaggi alle linee di comunicazione e altre operazioni di guerriglia. La brigata "Strisciante Musati", in buona parte varallese per composizione e dislocata nella zona di Lozzolo, nell'ottobre del 1944 vide coinvolto uno dei suoi gruppi, attestato in retroguardia in val Mastallone, nell'area delle frazioni di Cravagliana Meula, Grassura e Nosuggio, in uno scontro a fuoco con i nazifascisti, che si concluse con caduti da entrambe le parti: in particolare tra i partigiani perse la vita il diciassettenne Franco Gini. Lo stesso gruppo, guidato da Martino Giardini "Martin Valanga", andò incontro ad altri drammatici eventi, come la morte del comandante all'alpe Tracciora nei primi giorni di novembre e l'attacco nazifascista all'alpe Fej del 7 novembre, nel quale furono uccisi nove partigiani.
Uno dei meriti del libro di Maria Augusta Galletti è di aver riportato alla luce questo episodio poco conosciuto della guerra partigiana in Valsesia, consegnando alla pagina scritta la testimonianza orale di chi ha vissuto quell'evento o lo ha sentito raccontare e mettendone in evidenza soprattutto l'enorme impatto sulla popolazione.
"Orecchini di ciliegie", difficilmente incasellabile in una tipologia precisa di racconto, un po' diario, un po' romanzo, un po' saga familiare, raccoglie storie di vita valsesiana - in particolare di Ordrovago, frazione di Cravagliana, luogo di nascita dell'autrice, e Varallo - dagli anni quaranta agli anni sessanta, organizzandole in quarantanove racconti che, più che un filo cronologico, seguono un ordine tematico. Con un linguaggio ricco di termini dialettali, che restituiscono pensieri ed emozioni con l'immediatezza e l'espressività proprie del dialetto, il libro dà voce ad un'intera comunità, ricostruendo fatti di cronaca e storia locale, usi, costumi, feste patronali e altri momenti di aggregazione, spesso con leggerezza e ironia. Ciò che emerge è un passato fatto di piccoli eventi e tradizioni popolari, di sapori, odori e profumi dell'infanzia, in cui si inserisce la drammatica quotidianità della guerra, un passato da recuperare e da inscrivere nella memoria collettiva.
(DAL SITO WEB: http://www.storia900bivc.it/pagine/editoria/sentierivalsesia209.html)

2) CAVALLUCCI DI CRETA - Danza di ricordi sul colle di Miglionico, tra case bianche e Castelli
Cavallucci di creta. Danza di ricordi sul colle di Miglionico tra case bianche e Castelli
Al Prof. Antonio LAbriola.
Domenica 26 Settembre 2010 al Castello di Miglionico (MT) alle ore 20 presentazione del libro "CAVALLUCCI DI CRETA Danza di ricordi sul colle di Miglionico tra case bianche e castelli". Edito e scritto da Maria Augusta Galletti Occhiogrosso.
Un libro che darà voce a un popolo fiero, esuberante e riservato, talentuoso e geniale, che ha saputo resistere alla dura vita contadina e si è adattato ai tempi, con intelligenza, per arginare l'emigrazione. Sarà un mosaico composto da tanti tasselli nel contesto panoramico di luoghi, usi e costumi di questa terra: Miglionico e la Basilicata.
Ricostruito attraverso i racconti dei familiari e delle persone più anziane, enciclopedie viventi, al ricordo di tempi che non torneranno più. Una "storia minore", con svolazzi tra quella "maiuscola". E più antica. Dal tono leggero, danzante su ritmi allegri, solari...e spesso commoventi. Scritta con passione. Per non dimenticare. Perché il patrimonio di memorie orali non vada disperso. Sarò onorata della Sua presenza. Maria Augusta Galletti.
www.miglionicoweb.it/miglionicoweb_02/altri/altri_692.htm 
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Miglionico
- Una sagra settembrina in perfetta sintonia con l'appellativo guadagnato nel tempo dagli abitanti di Miglionico. “Pappaculumbriedd”, alla lettera significa “mangiatori di fichi”. Fichi di cui ricca era in passato la produzione locale. Non c'era campagna che non avesse il suo ornamentale e monumentale albero di fico. Una produzione di fichi di diverse qualità e grandezza che servivano, oltre che nel periodo di raccolta per essere gustati freschi, anche per essere messi a seccare per avere poi i cosiddetti fichi secchi eventualmente da impalmare con una mandorla e infornare. E la sagra che la Pro loco porta in auge ha il sapore di quella tradizione.
Domenica prossima la “Sagra dei fichi secchi”, in abbinamento a una Estemporanea di pittura, allieterà il borgo da piazza Popolo a piazza Castello. Una mostra mercato del fico per tutte le stagioni, porterà in piazza il frutto miglionichese che, a partire dalle ore 9, potrà essere gustato e apprezzato e ne esalterà le sue qualità. L'Estemporanea, “Miglionico 30x30 I luoghi hanno memoria”, in concomitanza con la sagra, tende ad arricchire culturalmente la manifestazione gastronomica, nel pieno rispetto dei valori culturali e del recupero della tradizione locale. Su un supporto 30x30 di dimensione insolita, gli artisti che invieranno la propria candidatura direttamente alla Pro loco o tramite il sito web, www.prolocomiglionico.it,  e confermeranno le procedure di iscrizione, con una quota partecipativa di 15 euro per gli adulti e solo 5 per i minorenni, si cimenteranno in una rappresentazione su tela a tecnica libera. Soggetto saranno vie, paesaggi e scorci del centro storico da realizzare nel corso della stessa giornata. Le tele, portate dagli stessi artisti insieme all'occorrente, dopo essere state vidimate e realizzate, dovranno essere poi consegnate ad una giuria qualificata entro le ore 16.30. In serata la giuria, dopo aver valutato tutti i lavori presentati, sancirà le due migliori realizzazioni. Ai due finalisti spetteranno un primo e un secondo premio originalissimi, coniati appositamente per l'evento. Per ogni altra informazione sull'Estemporanea, oltre al sito web citato, si può inviare una mail direttamente a pro-locomiglionico@email.it.
In serata poi a partire dalle ore 20, nella corte del Castello, ci sarà la presentazione del libro di Maria Augusta Galletti, “Cavallucci di creta - Danza di ricordi sul colle di Miglionico tra case bianche e castelli” e a seguire la premiazione dei vincitori che chiuderà la serata. Antonio Centonze
24 Settembre 2010 www.miglionicoweb.it/miglionicoweb_02/centonze_antonio/centonze_387.htm
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Miglionico. Ha un titolo animato, il viaggio letterario di Maria Augusta Galletti nella Terra che l’ha adottata. “Cavallucci di creta – Danza di ricordi sul colle di Miglionico tra case bianche e castelli”, è edito dalla Tipografia Abatangelo, autoctona. Dalla Varallo d’origine (Ordrovago di Cravagliana, precisamente!) all’entroterra lucano, il percorso vitale della narratrice sembra brevissimo, difficilmente misurabile, forse inesistente da far dubitare addirittura, a lettura del testo avvenuta, sulla sua natalità. Ma scoperto l’arcano, Maria risulta essere figlia adottiva di questa Terra. Sposata, anzi maritata con un miglionichese, indovinando nel termine la sua propensione verso l’espressione dialettale, sembra aver ereditato dai grandi poeti e artisti emigrati o emigranti, venuti in contatto questi ultimi per svariate vicissitudini con la Lucania, il bisogno di esplorarla, di viverla facendosela scorrere nelle vene, di respirarla, di mordicchiarla e finalmente di abbandonarsi serenamente nelle braccia del trapasso (come fu per Levi o per Sinigalli!). E la “morte” è uno dei tanti capitoli del volume, che nei termini dell’itinerario, del percorso guidato dagli incontri, intinto nella storia, non rinuncia mai alla descrizione ora struggente, ora atavica e ora modernamente passata, di una realtà immobile, quasi cristallizzata in un’epoca imprecisabile o altrimenti, basta volerlo, percepibile e misurabile con la clessidra della fantasia e della memoria. Poiché il vero regolatore, la ghiera del volume di questo cammino, la vera protagonista assoluta di questa vicenda letteraria, risulta essere l’Anima e indissolubilmente, per riflesso, lo sono i luoghi, dell’Anima. Quindi viaggio dell’Anima, come già per Levi, Scotellaro, Trufelli, Nigro, Russo, Veneziani, il miglionichese Leogrande. Deluso chi cercherà dunque tra le pagine completezza documentaria ora di storia e ora di antropologia, poiché il capriccio della mente, lo svolazzo delle idee, la carrellata dei ricordi determinano in maniera netta la stesura del contenuto e dunque le località, le personalità, le vicende, i detti popolari, le usanze, il piatto del giorno. Divagazioni dell’anima s’intrecciano a divagazioni della mente, determinano i registi narrativi e gli spostamenti nelle realtà degli altri comuni da medesime storie accomunati (la cacofonia rende appieno il significato!). Ecco svelarsi il tema della “danza” del sottotitolo, quasi che i “passi” diventino tali spostamenti e la “musica”, melodia dei ricordi. Una storia o tante micro-storie del sud ambientate in un sud affatto metafora dell’abbandono, dei problemi sociali, del malaffare, quanto piuttosto ricettacolo di ricchezze, di calore civico, di contrade e castelli ammantati di storia, di vernacolo poetico e musicale, di nenie dolcissime. Abolito il concetto di Terra di conquista, il sud rappresentato dall’entroterra materano, si scopre così per gradi, per odori, per pietanze mediterranee, per esperienza di nonni centenari, per blocchi di pietra che danno consistenza a una torre, per riti apotropaici che danno un senso compiuto ad un rituale, per scatti fotografici che suggeriscono immagini tangibili della narrazione. Dunque storia civica e di costume, di Miglionico come del Meridione, per usare un parolone grosso (un termine, ahimè, che evoca inevitabilmente il fantasma dell’assistenzialismo incessante!). Un percorso da fare a tappe, quasi le stesse scandite dai capitoli (Le donne, Mercanti, I pasti, Siesta, L’infanzia, La scuola, Matrimoni, Funerali, Briganti, Emigranti, I vecchi sulle scale, con gli “articoli” che fantasiosamente si alternano!), come auspicava il geniale professore Franco Cassano, qualche anno fa, nel suo fondamentale testo Il pensiero meridiano (Laterza, 1996), quando scriveva “Bisogna essere lenti, amare le soste per guardare il cammino fatto, sentire la stanchezza conquistare come una malinconia le membra, invidiare l'anarchia dolce di chi inventa di momento in momento la strada”. E il senso del racconto è così compiuto, senza un filo temporale da rispettare, dalla Magna Grecia alle strade asfaltate, con gli affreschi della chiesetta civica di Santa Maria delle Grazie di Miglionico che hanno preso probabilmente il posto, nella creatività della Galletti, delle pitture della Parete gaudenziana nella chiesa omonima della sua vissuta Varallo. L’unica sicurezza dopo la lettura? E’ che il discorso del meridione, di Miglionico come di Pomarico, tanto era valido per Levi piuttosto che per Sinisgalli e tanto è valido per chiunque. Anche per il più “nordista” difatti, questo lembo del Paese è la metafora del riposo, l’energia della natura, la tranquillità nei posti, quindi un sud che sa farsi universale nel significato e nel significante, punto d’arrivo piuttosto che punto di partenza e spazio dove rimanerci, dove gettare l’ancora della propria esistenza se possibile, proprio come lo è stato per la varallese Maria Augusta Galletti. Appuntamento dunque immancabile. La presentazione del testo avverrà difatti domenica 26 settembre, in una sala del castello del Malconsiglio in Miglionico, alle ore 20,00, in occasione della “Sagra dei fichi secchi” organizzata dalla Pro-Loco. Saranno presenti il Consigliere regionale Giuseppe Dalessandro che ha prefazionato il testo e naturalmente l’autrice. Gabriele Scarcia 
25 Settembre 2010 www.miglionicoweb.it/miglionicoweb_02/scarcia_gabriele_dal_2010/scarcia_04.htm
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Miglionico - “Cavallucci di creta. Danza di ricordi sul colle di Miglionico tra case bianche e castelli”. E' il titolo del nuovo libro della scrittrice Maria Augusta Galletti. Piemontese di nascita, ma legata da oltre quarant'anni alla terra lucana, dove trascorre diversi mesi all'anno alternandoli con quelli nella sua città di residenza, Borgosesia, in provincia di Vercelli. Nella corte del Castello del Malconsiglio, stasera alle ore 20, nell'ambito della Sagra organizzata dalla Pro loco e dedicata al tipico frutto della campagna miglionichese, il fico, verrà presentato ufficialmente il suo secondo libro. La scrittrice, nata a Ordrovago di Cravagliana (Vc) nel 1943, ha vissuto la sua infanzia e adolescenza a Varallo. E proprio le zone della sua adolescenza, quelle della Valsesia, sono state le ispiratrici del suo primo libro pubblicato nel 2006 con il patrocinio dei comuni di Varallo, Cravagliana e della provincia di Vercelli. “Orecchini di ciliegie” è un libro nato dai ricordi d'infanzia, quelli del primo Dopoguerra, anni in cui il mondo si preparava a cambiare radicalmente. L'autrice in questo libro ha ricostruito le memorie di un paesino e di una valle, facendo riscoprire e rinverdire soprattutto nei valsesiani, il ricordo di quando ripartivano dalla valle per riprendere, anche loro, le strade dell'emigrazione al fiorir dei primi ciliegi. Un successo letterario inaspettato con un libro dalla prosa impeccabile, per raccontare uno spaccato di storia valsesiana. Tre le edizioni, stampate in un anno e andate letteralmente a ruba che hanno tenuto banco nelle librerie della zona per diverso tempo. Numerosi anche i premi e riconoscimenti raccolti dalla scrittrice negli anni precedenti e a seguire. Dopo 3 anni, Maria Augusta Galletti in Occhiogrosso, ritorna in edicola. E lo fa con un libro che «darà voce a un popolo fiero, quello lucano di Miglionico, esuberante e riservato, talentuoso e geniale, che ha saputo resistere alla dura vita contadina e si è adattato ai tempi con intelligenza, per arginare l'emigrazione », le sue parole di presentazione. «Nel libro, un mosaico composto da tanti tasselli nel contesto panoramico di luoghi, usi e costumi di questa terra che ho conosciuto, apprezzato e imparato ad amare». La signora Occhiogrosso, come è conosciuta a Miglionico, ha ricostruito attraverso i racconti dei familiari e delle persone anziane con cui ama conversare e che considera “enciclopedie viventi”, il ricordo di quei tempi che non torneranno più. Una storia “minore” con svolazzi tra quella “maiuscola” e più antica. Un tono leggero, danzante su ritmi allegri, solari, a volte imbarazzanti e divertenti ma spesso commoventi. Scritti di vita miglionichese, con passione. Per non dimenticare e non disperdere quel ricco patrimonio di memorie orali di cui ricca è la Lucania e Miglionico. Oltre 150 le pagine in cui è sviscerata una Miglionico, dal passato degli anni '60 fino ai giorni nostri, con aneddoti di vita, cronaca, usanze e modi di pensare, analizzati dagli occhi curiosi di Maria Augusta da quando sulla scena della sua vita le apparve il paesello in cima ad una collina. Una collina che ama e a cui ha voluto dedicare
dedicare questo suo secondo libro per un successo da bissare. Antonio Centonze  
26 Settembre 2010 www.miglionicoweb.it/miglionicoweb_02/centonze_antonio/centonze_388.htm
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Miglionico. Come un “museo”. Ma anche come una piccola enciclopedia. Ha queste prerogative il nuovo libro, “Cavallucci di creta. Danza di ricordi sul colle di Miglionico, tra case bianche e castelli”, di Maria Augusta Galletti in Occhiogrosso, scrittrice piemontese, nata nel 1943 a Ordrovago di Cravagliana (VC). E’ ricco di aneddoti, racconti, vicende, ritratti, ma soprattutto di alcuni temi di fondo sia dell’economia lucana (la riforma agraria, l’industrializzazione) sia degli aspetti sociali salienti della vita miglionichese (la famiglia, la vita contadina, ed artigianale) sia, infine, dei fenomeni storici più significativi del secolo scorso ( il brigantaggio, l’emigrazione, lo sfruttamento del lavoro minorile). “Si tratta di un volume- osserva il consigliere regionale Giuseppe Dalessandro (Pd)- che richiama alla mente il celebre libro, “Cristo si è fermato a Eboli” di Carlo Levi. Attratta dal fascino della natura e dalla magia che si sprigiona da ogni vicolo del paese- puntualizza Dalessandro- l’autrice si è mossa con malcelata timidezza tra le strade e tra la gente. Ne ha colto tanti spunti, varie storie che ha saputo collegare tra loro in un filo logico, consegnandoci un lavoro esaustivo nelle sue molteplici argomentazioni. La scrittrice è riuscita a leggere dentro le persone cogliendone ricordi, segreti e giovanili speranze”. Il libro è strutturato in brevi capitoli, 175 pagine di emozioni ed un’appendice suggestiva di foto che portano gli occhi del lettore indietro nel tempo del dopo guerra. E’ un’opera imperdibile per chi vuole conoscere la storia miglionichese nei suoi aspetti economici, culturali ed antropologici del passato. “Un gesto d’amore- rimarca Dalessandro- prima di tutto verso il consorte nativo di Miglionico, ma anche verso una comunità in cui la scrittrice non si è mai sentita ospite”. Il volume, tuttavia, pur rappresentando i luoghi del passato, non è semplicemente il simbolo delle radici miglionichesi: è qualcosa di più, va oltre il tempo, lascia anche un “imprinting” alle giovani generazioni, indica una bussola da seguire: uno stile di vita all’insegna dell’impegno civile e di una quotidianità da vivere con senso di responsabilità. Un capolavoro di libro, di grande impatto emotivo, che conduce il lettore a riscoprire i valori della famiglia, dell’amicizia, dell’autenticità della vita. Un’opera che ti fa battere il cuore e sollecita la mente ad inebriarsi nella speranza di poter vivere un futuro migliore, partendo dalle fondamenta del passato: un tesoro da non dimenticare, mai. Giacomo Amati
10.10.2010 www.miglionicoweb.it/miglionicoweb_02/amati_giacomo/amati_593.htm
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RINGRAZIAMENTI a tutti i Miglionichesi di Maria Augusta Galletti
Borgosesia (Vc), 26 Ottobre 2010
"Sento il dovere di ringraziarVi, con un abbraccio esteso a tutta Miglionico, per l’importante spazio riservato, nella “Sagra dei Fichi Secchi del 26/09/2010” alla presentazione del mio libro “Cavallucci di Creta”: mosaico composto da tanti tasselli nel contesto di ambienti, usi e costumi di questa terra lucana che mi ha affascinato fin dal giorno che l’ho scoperta. Perciò l’ho scritto con passione. E perché questo grande patrimonio di memorie orali non vada disperso.
Ancora percepisco la sensazione emozionante di quella serata, in una sala dell’imponente castello federiciano appena restaurato, circondata dalla Vostra raffinata e calorosa  accoglienza, unitamente alla grande partecipazione dei Miglionichesi.
Non dimenticherò la Vostra capacità di aggregazione al fine di appianare tutto, come avete dimostrato nella ricerca frenetica della colonna sonora del film “Il Postino” che, infine,
avete fatto danzare sul telone bianco, con immagini di campi di grano, di colline, di gente fiera tra case bianche e castelli:  emozioni aleggianti fin su le volte del castello.
Perseverate con questo spirito, nel tenere
alte le tradizioni di Miglionico. Uniche. Vive. Che completano la “Storia”.
Continuerò a manifestare riconoscenza verso il Vostro bel modo di essere, seguendo il “libro” per le sue strade; avvolto dalle erudite e toccanti parole di chi lo ha presentato: Giuseppe Dalessandro, Consigliere Regionale; Angelo Buono, Sindaco della città; Vito Santo Amati, Presidente della Pro Loco Miglionico; l’Emerito Don Mario Spinello.
M’inchino davanti ai giornalisti-scrittori Gabriele Scarcia, Antonio Centonze, Giacomo Amati e Antonio Labriola, che, attraverso la Stampa o l’Internet, mi hanno onorata coi loro eccelsi e commoventi scritti.  Grazie di cuore. Maria Augusta Galletti"
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Maria Augusta Galletti in Occhiogrosso
Via G.Angelino,1 – 13011 Borgosesia (VC)
Tim 338.5352604                                                                  MIGLIONICO 3 maggio 2011

augusta.galletti@alice.it

Alla presenza di un pubblico competente e interessato, il Dott.Gabriele Scarcia, affermato giornalista, scrittore tra Miglionico (MT) e Roma, con varie importanti pubblicazioni all'attivo, tra le quali l'ultimo libro “Di Roma” che verrà presentato alla Biblioteca Angelica di Roma il 6 maggio prossimo, ha  presentato, Venerdì 29 aprile 2011, nella Sala Consiliare della Provincia di Matera, colloquiando con l'autrice, il libro

“CAVALLUCCI DI CRETA
danza di ricordi sul colle di Miglionico
tra case bianche e castelli”
Edito e scritto da Maria Augusta Galletti Occhiogrosso, una piemontese innamorata della Lucania.

L'autrice così ci relaziona:
“Quella storia, che solitamente si tramanda a voce, l'ho voluta scrivere con gioia,  pazienza o coraggio, ma soprattutto con passione: perché il patrimonio di memorie orali non vada disperso.
Ho raccontato di Miglionico e dintorni, della conformazione del paesaggio, della sua storia e i suoi contenuti  artistici e umanistici, con tono leggero, danzante su ritmi allegri, solari...e nostalgici.
Spero che da questo libro sia emerso il sentimento e l'attrazione verso il mistero e il fascino di questa terra che riserva echi arcani a chi la sa ascoltare; e che rilasci una scia effervescente di ricordi, di sogni, di voglia di ritorni; e stimolo ai giovani per impegnarsi nella ricerca del passato  e delle sue tradizioni per colorare il futuro sempre più tecnologico. Per far sì che anche le future generazioni possano meravigliarsi ancora”.
I ringraziamenti dell'autrice vadano al validissimo relatore Gabriele Scarcia; al Prof. Antonio Labriola del sito www.miglionicoweb.it; ai fotografi Dino e Domenico;  al musicista Vincenzo per la proiezione delle immagini, alla cara amica Maria, autrice del libro di proverbi dialettali con traduzione “Detti e ridetti”, per le parole e la rosa; alla rappresentante del Comune di Miglionico  Assessore Sig.a  Mariangela Bertugno; alla segretaria della Provincia Sig.a Gabriella Lanzillotta, che ha manifestato il suo gentile pensiero in merito al libro e il saluto del Presidente dell'Ente. E infine a tutti coloro che hanno onorato la manifestazione con la loro presenza.

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Si è congedata da questa vita Apollonia Occhiogrosso (30.05.18) di M.A. Galletti

Created by Antonio Labriola - 10 Luglio 1999 - Via Francesco Conte, 9  -  75100 Matera - Tel. 0835 310375